Le piscine da giardino, interrate o fuori terra, aumentano il comfort e il benessere della casa, costituendo al contempo un’aggiunta estetica scenografica e di grande impatto visivo. Queste strutture donano infatti al giardino una nuova dimensione, conferendo un tocco di eleganza all’ambiente esterno e creando un angolo di serenità privato in cui dedicarsi al divertimento e al relax.
Prima di iniziare i lavori, bisogna però essere consapevoli delle normative e delle autorizzazioni necessarie. Vediamo quindi insieme i principali regolamenti attualmente in vigore!
Piscine da giardino: quali normative?
Secondo l’art. 3.1 della norma UNI EN 15288-1 la piscina è “una struttura con uno o più specchi d’acqua destinata ad attività natatorie, ricreative o altre attività fisiche svolte in acqua“.
Se domestiche, queste costruzioni vengono disciplinate dalle leggi UNI EN 13451-1/2/3 e UNI EN 16582-1/2/3, che stabiliscono i metodi di sicurezza e di prova nonché gli aspetti tecnici e impiantistici dell’intera struttura, definendone nel dettaglio le caratteristiche strutturali, i metodi di accesso, la resistenza allo scivolamento, la classe di tenuta alle perdite e altri importanti aspetti correlati.
È, quindi, di fondamentale importanza affidarsi a un professionista sia per la progettazione che per l’esecuzione, al fine di garantire sempre la conformità alle vigenti normative e l’assoluta qualità dell’installazione.
Piscine da giardino: quali autorizzazioni?
In Italia, la realizzazione di una piscina non rientra nell’attività di edilizia libera e, pertanto, è sempre necessario ottenere un titolo autorizzativo. Per la messa in opera delle piscine private, sia interrate che realizzate con costruzioni più complesse, è infatti obbligatorio un titolo quale il permesso per costruire o, in alcuni casi, un titolo equivalente – SCIA o SCIA alternativa – che consentono di avviare prima i lavori di messa in opera a patto che questa avvenga nel rispetto dei regolamenti edilizi del luogo, inclusi i vincoli idrogeologici e paesaggistici.
Piscine da giardino e categorie catastali: cosa cambia?
Quando si costruisce una piscina per un immobile esistente, occorre chiedersi se tale intervento comporta una variazione catastale; un cambiamento che potrebbe implicare, in alcuni casi, la perdita di agevolazioni fiscali importanti, come l’aliquota agevolata per la prima casa.
Alcune categorie catastali (A/1, A/8 e A/9), come noto, rientrano nel gruppo delle “abitazioni di lusso” e non usufruiscono di benefici fiscali come quelli sulla prima casa, l’esenzione del pagamento IMU e TASI o altre tasse che possono variare nel corso del tempo e della località.
Al fine di non variare la categoria catastale dell’immobile in una di quelle considerate “di lusso”, bisogna prestare attenzione ad alcuni parametri. In questo caso, ci viene in aiuto il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 2 Agosto 1969, il quale, all’art.4, ci dice che sono (o diventano) di lusso “le abitazioni unifamiliari dotate di piscina di almeno 80 mq di superficie”.
Quando la piscina ha invece una superficie inferiore agli 80 mq, il precedente decreto elenca tutti i requisiti da seguire per non ricadere nelle “categorie di lusso”: a tal fine, i nostri tecnici potranno fornire un pieno ed esaustivo supporto.
Piscine da giardino e IVA agevolata: quali applicazioni?
Vediamo, infine, quale aliquota IVA potrebbe essere applicata per la creazione della tua futura oasi di benessere, a seconda della categoria del tuo immobile:
Prima casa non di lusso, realizzazione in appalto o acquisto:
- Piscina sulla prima pertinenza: 4% se contestuale, 10% se successiva
- Ristrutturazione, finalizzata al “bonus 36%”: 10%
Non prima casa non di lusso, realizzazione in appalto o acquisto:
- Piscina sulla prima pertinenza: 10%
- Ristrutturazione, finalizzata al “bonus 36%”: 10%
Se anche te sei interessato a realizzare una piscina, che sicuramente donerà prestigio e comfort al tuo immobile, oltre ad innalzarne il valore, contattaci, i nostri tecnici sapranno fornirti tutto il supporto necessario.
Il Team di S.G.A