Secondo la Direttiva europea 2012/27 per efficienza energetica si intende “il rapporto tra un risultato in termini di rendimento e l’immissione di energia”. Migliorare questo valore, ottimizzando l’allocazione delle risorse energetiche, è importante: non solo consente di ridurre le emissioni inquinanti ma anche di risparmiare su costi e consumi.
In questo contesto, l’Unione Europea si è mossa verso un concetto di governance basato sul principio dell’energy efficiency first, che mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e a conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Una linea esecutiva green, che impegna gli Stati membri a revisionare la legislazione in materia energetica e ad adottare politiche compatibili agli obiettivi comunitari sulla sostenibilità.
Proprio in questo senso, vanno le Direttive UE 2018/2002 sull’efficienza energetica (EED – Energy Efficiency Directive) e 2018/844 sulla prestazione energetica edilizia (EPBD – Energy Performace of Buildings Directive), che impongono a tutti gli Stati europei di consumare meno e meglio. In particolare, queste normative vanno a regolare il rendimento energetico nel campo edilizio, responsabile di oltre un terzo delle emissioni europee di CO2. Risulta quindi evidente come una riqualificazione del costruito sia ormai indispensabile per il raggiungimento dei target prefissati, e come gli interventi di efficienza energetica siano cruciali per ridurre le emissioni, migliorare l’approvvigionamento e ridurre i costi delle importazioni (favorendo, indirettamente, anche la stessa competitività europea).
Nello specifico, queste Direttive impongono ai Paesi di definire entro il 2027 gli standard minimi di efficienza per gli edifici, rendendoli poi pienamente attuabili dal 2030. Vediamo insieme i requisiti principali richiesti, diversi tra edifici nuovi ed esistenti!
Edifici esistenti – Secondo quanto stabilito, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe F entro il 2030, mentre quelli pubblici e non residenziali dovranno anticipare al 2027. Dopo tre anni sarà poi previsto anche un ulteriore salto alla classe E.
Edifici nuovi – Per le nuove costruzioni, dal 2030 è previsto invece l’obbligo zero emissioni, grazie a un consumo totalmente pulito e autoprodotto con rinnovabili. Anche in questo caso, per gli edifici pubblici l’imposizione scatta anticipata già dal 2027.
Infine, per cercare di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, dal 2027 sarà vietato il rilascio di qualsiasi forma di incentivo statale sulle caldaie a condensazione.
Alla luce di quanto detto, è importante che i professionisti del settore comprendano le direttive e orientino gli interventi edilizi verso un’adeguata progettazione energetica.
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